giovedì 16 settembre 2010

L'ucronia dei campioni


Enrico Brizzi, L'inattesa piega degli eventi (2008)

Avendo inaugurato questo blog di recensioni con The Man in the High Castle di Dick, ritorno con piacere a parlare di un romanzo di storia alternativa. L'inattesa piega degli eventi è il primo romanzo di Enrico Brizzi (famoso per aver esordito giovanissimo col celebre Jack Frusciante è uscito dal gruppo) ad essere ambientato in un mondo alternativo, dove la Storia ha preso un sentiero diverso... Dico il primo perché nel 2009 è uscito il prequel del romanzo, La Nostra Guerra - e non è da escludere che l'autore prosegua su questa strada, visto l'evidente successo dei romanzi. Brizzi autore di fantascienza? Non esattamente: la sua saga ucronica sviluppa temi politici e sociali, spesso alludendo alla scena politica italiana odierna, senza però introdurre alcun elemento fantastico, soprannaturale o tecnologico che sia (vedi i razzi nazisti in partenza per Marte nel romanzo di Dick). Un'ucronia pura, insomma, con un ricco apparato fantapolitico alle spalle.
La premessa è che Mussolini abbia rotto l'alleanza con Hitler prima dello scoppio della guerra, rifugiandosi nella neutralità e successivamente, dopo l'invasione tedesca dell'Italia, si sia schierato con gli Alleati, vincendo la guerra e guadagnando grande prestigio a livello internazionale. L'Italia fascista è così rimasta in piedi, mantendendo anche le sue colonie nel Mediterraneo e in Africa, successivamente trasformate in Repubbliche associate. Ha anche strappato molti territori alla Francia, dove il regime collaborazionista ha subito le conseguenze dell'alleanza con i nazisti, perdendo le colonie e non solo. Dunque nel 1960 le camicie nere sono ancora al potere nella Repubblica d'Italia, nata dopo l'espulsione dei Savoia dal paese, seguiti poco dopo dal papato. Un'Italia dove il duce regge saldamente le redini del potere, anche se la sua ora è vicina e la lotta per la supremazia sembra inevitabile. In effetti il romanzo inizia con un flashforward sui funerali di Mussolini, mostrati in diretta dalla televisione di regime e trasformati in un colossale evento mediatico (qui l'allusione all'Italia di oggi è palese direi).
L'inquietante quadro fantapolitico mostra un'Italia che non è poi così diversa da quella che conosciamo, il fascismo sembra diventato bonario, alla mano... ma nel corso del romanzo emergeranno molti dettagli che mostrano la vera natura del regime, ovviamente. Violenza, razzismo, corruzione - in barba alla propaganda ufficiale, nulla è cambiato rispetto al passato.
Il protagonista è Lorenzo Pellegrini, trentenne cronista sportivo di Stadio che, a causa di una burrascosa relazione con la figlia del proprietario del giornale, è mandato da quest'ultimo in esilio in Africa Orientale per un mese, ufficialmente per raccontare ai lettori della Serie Africa, il campionato in cui giocano le squadre di Eritrea, Etiopia e Somalia. Qui Pellegrini avrà modo di osservare la società coloniale, dove i neri sono sempre e comunque discriminati e anche le squadre di calcio composte da soli bianchi sono decisamente privilegiate rispetto a quelle miste. Se in Italia, dopo quasi quarant'anni di dittatura, la gente sembra ormai abituata al fascismo, nelle colonie africane il vero volto del regime appare chiaro a Pellegrini.
Il romanzo narra le avventure del cronista tra Eritrea ed Etiopia: Pellegrini segue le partite di molte squadre locali, incontra oppositori del regime, entra nell'ambiente "afro" rastafariano tutto marijuana e amore libero, conquista molte donne com'è lecito aspettarsi da uno sciupafemmine incallito, assiste ad attentati, scontri armati... e il suo destino si lega a quello di Ermes Cumani, calciatore ribelle ed anarchico che lo caccerà spesso nei guai, e della squadra San Giorgio Addis Abeba, che seguirà con grande passione. Il San Giorgio infatti è la squadra-simbolo dell'antifascismo, dell'opposizione al razzismo e dell'indipendenza africana, in opposizione all'Audax, la squadra amata dai fascisti duri e puri. E la violenza non manca di infiammare gli stadi (un riferimento a certi fatti di cronaca non proprio sportiva?), con le camicie nere che attaccano spesso e volentieri i tifosi avversari.
Inizalmente infastidito dalla trasferta africana, Lorenzo imparerà a capire l'Africa e si schiererà presto con il San Giorgio, prendendone le parti nei suoi articoli... il che gli procurerà qualche guaio in più. Intanto la squadra che emergerà vincitrice dal campionato andrà a Roma per il Sette Repubbliche, il torneo in cui le colonie affronteranno le squadre più forti della madrepatria. Ma nel frattempo la morte del duce creerà una situazione piuttosto pericolosa a Roma...
Forse l'elemento calcistico è un po' troppo calcato nel romanzo - tra una partita e l'altra il lettore non appassionato di calcio potrebbe annoiarsi, ma lo sfondo socio-politico è sempre e comunque in evidenza e il gran numero di personaggi pittoreschi rende la lettura un vero piacere. Come in ogni buon romanzo che gioca con la storia alternativa, non manca mai il divertimento di scoprire come sono andate le cose nel mondo ideato da Brizzi.
Un bel romanzo dunque, ricco e scoppiettante, spesso provocatorio ed insolente, altrettanto spesso coinvolgente e, verrebbe da dire, epico. Certo, molto dipende dall'interesse del lettore per il calcio o dalla mancanza di esso, così come a molti potrebbe non piacere il protagonista e narratore, un borioso e abbastanza codardo donnaiolo che certo diventa più simpatico col progredire della storia, ma rimane un personaggio non esattamente ideale. D'altronde, questo non lo rende forse una figura più reale e vicina al lettore?
Voto alto, presto su questo blog il sequel, o meglio il prequel.

Voto: 8

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