venerdì 19 giugno 2009

The evil that men do lives on and on...


Jennifer Lee Carrell, W. (Interred with Their Bones, 2007)

Visto che da qualche tempo parlo di libri più vicini al thriller che non al fantastico in senso stretto, per una volta taglio la testa al toro e mi dedico ad un romanzo che è un thriller e basta, per di più un thriller "da classifica", se non addirittura "da supermercato". Prometto che presto tornerò all'ortodossia fantanerd, ma intanto vediamo di analizzare un po' il libro in questione.
W. (titolo italiano che non ho gradito particolarmente, dato che per più di un motivo avrei preferito un letterale e infinitamente più suggestivo Sepolto con le loro ossa) è un romanzo sulla falsariga de Il codice Da Vinci, se vogliamo: tutta un'orda di scrittori si è gettata sul genere del thriller investigativo "colto" dopo il successo del simpaticone americano. L'autrice, Jennifer Lee Carrell (docente di letteratura inglese a Harvard), ha optato per un terreno che ben conosce, quello degli studi shakespeariani; in effetti la trama del romanzo si concentra sulla ricerca di un'opera perduta del Bardo Immortale e, al contempo, di una serie di indizi che possano rivelare la vera identità del drammaturgo, messa in discussione da diversi studiosi.
La protagonista, Kate Stanley, è una sorta di alter ego della scrittrice, una donna americana laureata a Harvard che si è dedicata anima e corpo al teatro shakespeariano, tanto che all'inizio della storia la troviamo impegnata nell'allestimento dell'Amleto al Globe di Londra. Mentre è impegnata con le prove, Kate viene contattata dalla sua vecchia docente di Harvard, Roz Howard, che le dona un pacchetto e aggiunge, misteriosamente, che se lo apre dovrà seguirne la traccia. Poco dopo un incendio scoppia al Globe, curiosamente il 29 giugno, lo stesso giorno in cui, nel 1613, un incendio molto più grave distrusse il Globe originale (come mostrato nel prologo del romanzo); fortunatamente i danni non sono ingenti, ma nel teatro viene ritrovato il corpo della Howard, apparentemente perita per morte naturale. Kate, seguita per le vie di Londra da una misteriosa e inquietante figura, sospetta un intrigo di qualche genere e per il momento decide di tenere nascosto alla polizia il dono di Roz, che si rivela poi essere una spilla d'epoca shakespeariana. Kate inizia così a cercare informazioni a Harvard, sperando di ottenere una spiegazione per tutta la vicenda... peccato che un killer la segua e che diverse altre persone facciano una pessima fine, morendo in circostanze molto particolari che riecheggiano le opere di Shakespeare (la morte di Roz è stata tutt'altro che naturale, anzi è ricollegabile all'Amleto). Durante la sua ricerca la protagonista verrà aiutata dal misterioso Ben Pearl, che si presenta come il nipote di Roz, oltre che da vari altri personaggi come l'attore shakespeariano sir Henry Lee o l'eccentrica miliardaria e collezionista Athenaide. La sua ricerca la porterà in New Mexico, in Spagna, oltre che alla città natale di Shakespeare, ovvero Stratford.
La vicenda principale è intervallata da capitoli ambientati all'epoca di Shakespeare, con protagonisti diversi personaggi che hanno costellato la complessa e intrigante epoca a cavallo tra il regno di Elisabetta I e quello di Giacomo I Stuart. Tra cospirazioni, tradimenti e scandali si sviluppa una vicenda che pian piano confluirà nella trama principale del romanzo.
Che dire di questo libro? Sicuramente è un romanzo "da classifica", ruffiano al punto giusto da ottenere un notevole successo, visto che la moda del thriller intellettuale è sempre forte. Tuttavia ho trovato parecchio gradevole la lettura del libro della Carrell, con i continui riferimenti alla vita e alle opere di Shakespeare e alle vicende che si svolgono nelle biblioteche universitarie, quando i nostri eroi cercano antichi e polverosi tomi o diari e appunti di vecchi docenti - il tutto mi ha ricordato i tempi in cui scrivevo la mia tesi di letteratura inglese (proprio su Shakespeare), se mi permettete un guizzo di egocentrismo... ;-) Comunque, al di là delle considerazioni personali, ho gradito parecchio il romanzo anche se non è certo un capolavoro: è un libro ben scritto, ben costruito (anche se durante la lettura mi sono perso qualche anello della catena di collegamenti fatti dai protagonisti, non so se sono io che sono distratto - molto probabile! - o se è il libro a non essere del tutto chiaro) e interessante, decisamente un divertissement per gli estimatori di Shakespeare grazie ai numerosi riferimenti storici e letterari... ma sotto sotto rimane un thriller da ombrellone, anche se evita certe pacchianate inverosimili a favore di un intreccio abbastanza realistico. In ogni caso, sia che siate divoratori di thriller pieni di segreti e intrighi, sia che amiate il buon Guglielmo Scuotilancia, direi che una lettura del romanzo è più che consigliata!
Ultimo appunto: il titolo originale è, come molti sapranno, un riferimento al Giulio Cesare di Shakespeare (The evil that men do lives after them, / the good is oft interred with their bones). Questo passo viene spesso citato più volte nel romanzo, per cui un titolo italiano fedele all'originale sarebbe stato un'ottima scelta, anche perché - senza spoilerare troppo - nel libro si parla di una tomba segreta che custodisce un "tesoro" nascosto... in ogni caso anche l'iniziale W. (a mo' di firma) non è male, anche perché nel romanzo si parla di diversi William e di una serie di lettere di difficile attribuzione... altro non rivelo, a chi fosse interessato alla vicenda auguro buona lettura! :)