martedì 9 febbraio 2010

Nessuna carne verrà risparmiata...


Alan D. Altieri, Magdeburg - L'Eretico, 2005

Tenebre. Tenebre e sangue. Violenza, crudeltà, orrore. Senza speranza.
Se volete farvi un'idea dello stile con cui è scritto il romanzo in questione, eccone un esempio. L'Eretico, primo capitolo della Trilogia di Magdeburg, presenta una narrazione serrata, moderna all'inverosimile, quasi fastidiosamente sintetica e tagliente. Ma andiamo con ordine...
Sergio Altieri, in arte Alan D. Altieri, è da un lato un traduttore (Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco) nonché il direttore editoriale di Urania e altri periodici Mondadori, dall'altro uno scrittore di thriller (che mea culpa, non ho mai letto, quindi non posso fare paragoni con altre opere dell'autore). Con questo libro Altieri è passato ad un genere diverso, il romanzo storico, anche se forse i puristi storceranno il naso davanti a certe trovate dello scrittore. L'anno in cui si svolgono le vicende del romanzo è il 1630: la Guerra dei trent'anni infuria in tutto l'Impero Germanico, con cattolici e luterani che si scannano a vicenda a causa delle rispettive convinzioni religiose - almeno formalmente, poi si sa che la vera causa delle guerre è sempre la politica, le ambizioni dei leader, gli interessi economici e così via... Comunque la violenza della guerra si abbatte senza pietà sulla popolazione civile e il furore della guerra di religione non risparmia nessuno. Infatti all'inizio del romanzo troviamo una povera ragazza, Mikla, condannata al rogo per stregoneria da un simpatico inquisitore, padre Bolanos. La condanna è preceduta da torture e violenza sessuale di gruppo... ma poco prima che la sentenza venga eseguita, un misterioso guerriero in nero stermina i soldatacci che hanno fatto scempio di Mikla e porta in salvo la presunta strega, dopo aver ringraziato l'inquisitore spingendogli una torcia accesa in faccia.
Penso che queste premesse rendano l'idea di cosa possono aspettarsi i lettori dal libro di Altieri: violennza, violenza e altra violenza ancora. Crudeltà feroce e disumana, o forse fin troppo umana? A tratti viene veramente da gridare basta, mentre leggiamo di stupri, squartamenti, pedofilia e sadismo efferato, il tutto benedetto dalla Chiesa - dopotutto i brutali mercenari al soldo dei nobili cattolici combattono l'eresia luterana, no? Un romanzo molto sopra le righe quindi, a tratti sembra davvero che tutta questa brutalità sfiori l'assurdo... ma allo stesso tempo la narrazione è molto coinvolgente ed è difficile non provare compassione per i vari personaggi, innocenti smarriti in un mondo di guerra totale, violenza insensata e tirannia temporale e spirituale. Un romanzo fortemente critico verso la religione cristiana, o almeno le forme più grottesche che ha assunto in passato il potere spirituale legandosi a quello temporale... Anche qui il fanatismo religioso dell'inquisitore Bolanos, che incoraggia la più feroce e bestiale violenza in nome dell'ortodossia cattolica, come anche la brutalità dei mercenari dello schieramento protestante, sempre pronti ad accanirsi contro i "giudei", sembrano quasi paradossali, troppo "forti" perché la lettura di certi capitoli non sia un pugno nello stomaco... Davvero brutale come libro - nella mia personale classifica "scabrosa" ha superato Mater Terribilis di Evangelisti (che è tremendo, davvero tremendo, anche se si tratta di un'opera davvero notevole).
Tutta questa violenza ricorda anche George R. R. Martin, del quale Altieri è il traduttore - alcuni elementi, come l'elenco di case nobiliari e forze militari presente a inizio libro, il nome di uno dei protagonisti (Caleb Stark... il cognome vi ricorda qualcosa?) e altri dettagli fanno pensare che Altieri abbia voluto citare il celebre "collega" americano, al punto che nei ringraziamenti posti alla fine del libro usa esplicitamente una massima amata da Martin (che non svelo, sarà una simpatica sorpresa).
Stilisticamente L'Eretico è un romanzo strano: scritto bene ma, come detto sopra, con uno stile talmente conciso e drammaticamente veloce da sembrare quasi troppo fumettistico, poco letterario. Ma l'effetto, almeno per chi scrive, è gradevole: una narrazione spezzata, per nulla poetica, che ben si sposa con il cinismo e la brutale amarezza del mondo descritto da Altieri. Tenebre, tenebre, nient'altro che tenebre.
Ma la trama in sé qual è? Senza svelare troppo, si può dire che è la storia dell'ascesa al potere di un villain davvero indimenticabile, per la sua crudele, spietata, quasi oscena determinazione. Il nobile Reinhardt von Dekken, il cattivo della situazione, è un mostro che non ha nulla da invidiare ai più raccapriccianti personaggi nati dalla penna di Martin: fanaticamente devoto alla causa cattolica (ma di cristiano ha ben poco, ancora meno dell'inquisitore Eymerich di Evangelisti), è un folle sadico e perverso ma al tempo stesso assolutamente lucido. Un tiranno odioso, malvagio e assetato di sangue, di cui apprendiamo le vicende passate man mano che il romanzo procede. Scopriamo che il fratello maggiore di Dekken, Karl, doveva sposare la figlia del principe Sonderheim, di fede protestante. Pur di scongiurare l'unione con gli eretici, il giovanissimo Reinhardt ordì un terribile e sanguinario complotto...
Il nemico di Dekken (anche se, almeno in questo primo romanzo, i due non si incontrano mai) è l'Eretico in nero, colui che salva Mikla. Nel corso del romanzo ne apprendiamo il nome (uno dei tanti?) e arriviamo ad intuirne l'identità, anche se bisognerà aspettare gli altri due romanzi della trilogia per scoprire altri dettagli... L'Eretico è un'autentica macchina da guerra, un ninja addestrato in Giappone - elemento dissonante quest'ultimo, quasi fumettistico - che, come un novello Gatsu, stermina i nemici con fredda precisione, senza indecisioni. Un combattente eccelso ma anche un uomo amareggiato, dal passato oscuro... A cui si aggregheranno presto altri reietti, i veri eroi del romanzo - i deboli, i vinti, coloro che si ritrovano a vivere in un mondo assurdamente crudele e caotico, le vittime di una guerra feroce e senza senso. Molti personaggi popolano il libro: monache, frati, nobili, popolani... e la ricostruzione storica, dettagliata e scrupolosa, arricchisce la narrazione.
Promosso a pieni voti, dunque: Altieri ci regala un gran bel libro, truculento quasi all'inverosimile (roba per stomaci forti), ma comunque bello. E poi, come nel caso di Martin, tutta la crudeltà e ferocia dei cattivi alla lunga ha un effetto catartico: quando inizia a cadere qualche testa, il lettore non può che sentirsi appagato dalla spietata giustizia poetica incarnata dall'Eretico. Da leggere dunque, ma occhio perché la violenza a volte raggiunge effetti quasi logoranti...